Da oggi è entrato in vigore l’obbligo di indicazione dei derivati del pomodoro in etichetta. Lo comunica il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura seguendo una norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, la pasta, il riso.
Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Prevede che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le diciture relative al paese di coltivazione e a quello di trasformazione.
“È un nuovo passo determinante verso una informazione più completa e chiara nei confronti del consumatore” afferma Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca “…e per tutelare un patrimonio di oltre 5 miliardi di chili di pummarola italiana, una componente fondamentale della dieta mediterranea”.
“L’obbligo di etichettatura di origine era in vigore in Italia solo per le passate ma non per pelati, polpe, sughi e soprattutto concentrati che l’Italia importa dalla Cina. L’obbligo mette un argine al fiume di pomodoro spacciato nel mondo come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio. Da oggi i consumatori potranno finalmente conoscere, sulla confezione, il paese di coltivazione del pomodoro, quello di trasformazione così come avviene per esempio per l’olio extravergine, un’altra battaglia condotta dalla nostra organizzazione”.
I prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perché etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.
Entra così in vigore il decreto interministeriale numero 47 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 26 febbraio 2018, definito “sperimentale” e valevole fino al 31 dicembre 2020.
Le indicazioni sull’origine dovranno essere apposte in etichetta, in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.
I provvedimenti prevedono una fase per l’adeguamento delle aziende al nuovo sistema e lo smaltimento completo delle etichette e confezioni già prodotte.
“Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese – dice la Coldiretti – si può utilizzare la dicitura ‘Origine del pomodoro: Italia’”. Se le fasi avvengono nel territorio di più Paesi, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, Paesi UE e non UE.