“Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione europea che obbliga a indicare l’etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”.
Questo quanto precisato dal presidente di Coldiretti Moncalvo, nel sottolineare che “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica di Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004.
A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca.
I dati sui reati alimentari sono poco rassicuranti. Nello scorso anno in Italia è scoppiato più di un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 398 notifiche inviate all’Unione Europea. Su un totale di 398 allarmi solo 70 (il 17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale; 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%).
In sostanza, oltre quattro prodotti su cinque, risultati pericolosi per la sicurezza alimentare, provengono dall’estero (83%).
Da questi dati risulta ancora più evidente quanto importante sia leggere con attenzione l’etichetta dei prodotti alimentari.