Esiste un regolamento relativo all’etichettatura alimentare, il 1169/2011, ed ha lo scopo di tutelare la salute dei consumatori e assicurare delle informazioni chiare e leggibili.
Il ministero della Salute ha diffuso il richiamo di un lotto di polpa di stoccafisso reidratato a marchio ████████ perché in etichetta è indicata per errore la data di scadenza 26/09/2021, invece di quella corretta 26/09/2019. Il prodotto interessato è distribuito in confezioni da 500 grammi, con il numero di lotto 2019005461001.
La catena di supermercati ██████ ha ritirato dagli scaffali le confezioni di biscotti █████, della marca ██████. I lotti ritirati sono quelli il 100815 A scadenza 10/08/2015 e il 310815 A scadenza 31/08/2015. Il richiamo è dovuto a un errore di etichettatura. L’azienda informa che sull’etichetta è riportata la dicitura “senza glutine”, mentre tra gli ingredienti sono presenti cereali contenenti l’allergene.
Negli ultimi anni i consumatori sono diventati estremamente attenti nelle scelte alimentari e le etichette vengono lette con scrupolo per conoscere ogni aspetto di quello che viene mangiato o bevuto. Tuttavia, i produttori continuano a commettere errori di etichettatura. Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 88 richiami, per un totale di 132 prodotti, e 6 revoche e molti di questi sono dovuti proprio a errori di etichettatura.
Questi errori sono dovuti alle difficoltà tecniche di realizzazione delle etichette o si notano perché vi è una maggior attenzione da parte dei consumatori? Quali sono gli errori più frequenti presenti nelle etichette alimentari?
Vediamone alcuni.
Scarsa leggibilità
La normativa in questo senso è molto chiara: le dimensioni del carattere, lo spessore, il colore e il contrasto tra la scritta e lo sfondo devono garantire una facile e immediata leggibilità. Inoltre, una buona leggibilità è un elemento importante per influenzare positivamente il pubblico mentre un’etichettatura illeggibile può far richiamare il prodotto o penalizzarne l’acquisto.
Font di caratteri e stampa non adeguata
Quando si cerca di essere troppo artistici o creativi si rischia di utilizzare font poco leggibili. Quello che in fase di studio e progettazione sembra simpatico e attraente per il consumatore, una volta stampato può risultare illeggibile, sia per il font utilizzato, sia per la varietà di colori che rendono tutto confuso, compresi la data di scadenza e il codice a barre.
Prima di immettere sul mercato dei nuovi packaging e sempre bene testare le etichette e verificare la leggibilità.
Esposizione errata degli ingredienti
Gli ingredienti sull’etichetta devono essere in ordine decrescente di peso, così come registrati al momento del loro uso nella fabbricazione dell’alimento. Inoltre, l’elenco degli ingredienti deve recare un’intestazione o essere preceduto da un’adeguata indicazione che consiste nella parola «ingredienti» o la comprende.
Nell’elenco è importante fornire informazioni sulla presenza di additivi alimentari, coadiuvanti tecnologici e altre sostanze con effetti allergenici o di intolleranza, in modo da consentire ai consumatori, in particolare a coloro che soffrono di allergie o intolleranze alimentari, di effettuare scelte consapevoli per la loro sicurezza.
Errata indicazione quantitativa degli ingredienti e della quantità netta
È obbligatorio dichiarare in etichetta la quantità di un ingrediente o di una categoria di ingredienti utilizzati nella preparazione dell’alimento (QUID: Quantitative Ingredient Declaration), quando:
- l’ingrediente o la categoria di ingredienti figurano nella denominazione dell’alimento o sono generalmente associati a tale denominazione dal consumatore: Ad esempio, se la denominazione del prodotto è: “Croissant panna e cioccolato”, bisogna specificare sia la % di panna che la % di cioccolato;
- l’ingrediente o la categoria sono evidenziati nell’etichettatura mediante parole o immagini. Quando l’ingrediente è evidenziato in etichetta mediante parole, ad esempio: tonno con capperi, biscotti con mandorle, è necessario dichiarare la % di capperi e la % di mandorle. Quando l’ingrediente è evidenziato in etichetta mediante immagini, ad esempio, il prodotto è un’insalata di mare e sull’ etichetta c’è un’immagine o un’illustrazione che raffigura soltanto alcuni dei frutti di mare utilizzati, bisogna indicare il QUID per le speci raffigurate. La disposizione non si applica se l’immagine rappresenta il prodotto offerto in vendita, se ha lo scopo di suggerire come servirlo, se rappresenta tutti gli ingredienti senza evidenziarne uno in particolare;
- l’ingrediente o la categoria sono essenziali per caratterizzare un determinato prodotto alimentare e distinguerlo dai prodotti con i quali potrebbe essere confuso a causa della sua denominazione o del suo aspetto.
Dichiarazione nutrizionale
È la dichiarazione riportata sull’etichetta di un prodotto alimentare relativa al suo valore energetico e al suo contenuto in proteine, grassi, carboidrati, fibre alimentari, sodio, vitamine e sali minerali. La tabella nutrizionale è obbligatoria e deve essere facilmente leggibile e comprensibile dal consumatore. L’obbligo si applica solo ai prodotti alimentari preimballati destinati alla vendita al consumatore finale. Sono pertanto esclusi i prodotti “preincartati per la vendita diretta” (es. formaggi esposti in banco-frigo, avvolti nel cellophane con etichetta adesiva del supermercato), gli alimenti venduti sfusi (es. legumi esposti nel sacco per la pesatura fai-da-te) e i cibi somministrati dalle collettività.Una tabella nutrizionale completa ed esplicita infonde fiducia e rassicura il consumatore che tende ad acquistare prodotti con informazioni chiare, complete e trasparenti.
Loghi e pittogrammi errati
Anche loghi certificati e pittogrammi (agricoltura biologica, smaltimento rifiuti…) devono essere correttamente impiegati e seguire le proprie regole grafiche di inserimento all’interno dell’etichetta e il rispetto delle indicazioni cromatiche.
Il contenuto di un’etichetta non ha solo una funzione promozionale o attrattiva. Oltre a un linguaggio accattivante, il produttore è tenuto a rispettare una normativa complessa che lo obbliga ad inserire, in ciascuna etichetta, informazioni importanti per la salute, la sicurezza, e la trasparenza nei confronti del consumatore. È sufficiente una percentuale errata, una parola mancante per causare il ritiro del prodotto dagli scaffali. Per questo le aziende si stanno dotando di soluzioni end-to-end per gestire l’intero processo del packaging, dallo sviluppo del prodotto alla produzione dell’artwork, compresa la distribuzione multicanale delle informazioni dell’etichetta. Fra queste, 4PACK è la soluzione più completa perché comprende le principali funzionalità di Product Lifecycle Management, Product Information Management, Digital Asset Management e Labelling e Artwork Management integrate all’interno di un’unica piattaforma cloud.
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