Le etichette del cibo per animali hanno molte analogie con quelle dei prodotti alimentari e le regole da seguire sono precise.
Nel 2018 l’Università di Padova ha condotto uno studio, pubblicato su BMC Veterinary Research, nel quale ha preso in esame le etichette di 40 confezioni di cibo per cani e gatti ottenute con un solo tipo di carne.
Di queste 40 confezioni, solo 10 contenevano cibo realmente conforme a quanto dichiarato in etichetta. Delle rimanenti, 5 non presentavano le proteine della specie animale dichiarata e 2 etichette erano talmente generiche da rendere impossibile una valutazione. I rimanenti 23 cibi reclamizzavano la presenza di carne appartenente ad una sola specie mentre in realtà contenevano proteine animali di specie diversa (maiale, pollo e tacchino).
Al termine dello studio, i ricercatori di Padova hanno constatato che 13 dei 14 marchi analizzati presentano almeno un prodotto etichettato in modo difforme.
Le etichette del pet food risultano spesso poco chiare per quello che riguarda le immagini, i testi, l’indicazione della quantità degli ingredienti evidenziati, la denominazione dei prodotti e dei loro componenti, la fondatezza dei claim nutrizionali e salutistici. Le etichette del cibo per animali hanno molte analogie con quelle dei prodotti alimentari e le regole sono precise. Il cibo per cani e gatti, come pure quelli per animali da reddito (polli, maiali, bovini…) deve rispettare i criteri stabiliti nel regolamento (CE) 178/2002, cosiddetto General Food (and Feed) Law; deve rispettare le prescrizioni igienico-sanitarie contenute nel regolamento (CE) 183/05 e le regole sulle etichette disciplinate dal regolamento (CE) 767/2009. Oltre a questi riferimenti bisogna considerare il
Codice di buone prassi di etichettatura degli alimenti per animali domestici, adottato da European Pet Food Industry Association (Fediaf), e formalmente ratificato dalla Commissione europea, che integra a tutti gli effetti la disciplina vigente in UE.
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